Mi è piaciuta molta la definizione di bellezza che dà il libro “La felicità del meno: Le dieci regole dei monaci per vivere meglio“ di Maria Chiara Giorda e Sara Hejazi.
Le 2 autrici riconoscono 2 tipologie di bellezza:
- è bello ciò che è frutto di un’azione di cura da parte dell’uomo, quando nulla viene lasciato al caso e si crea una realtà in armonia con tutto il resto;
- è bello ciò che è stato creato dalla natura e che l’uomo stesso non può eguagliare.
Ciò che mi fa stare bene di queste 2 visioni, è che sono la dimostrazione che non è necessario andare in vacanza in rinomate località turistiche per trovare la bellezza attorno a noi.
La bellezza si trova ovunque, in ogni momento, in ogni luogo: può essere una pagnotta profumata, un bimbo che ride o un fiore spuntato in mezzo al cemento.
Basta saper guardare, cercare e goderne: la bellezza ci rende più felici.
E il bello è riuscire ad andare oltre al luogo comune, a quello che tutti dicono ma in pochi pensano davvero: se guardi con occhi sinceri, quel fiore è bello davvero, ha la forza della volontà di fiorire, di riuscire, di esserci!
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Giusto, bisognerebbe imparare a stupirsi di più ^_^
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Sono d’accordo, la bellezza ha il grande pregio di ispirare sensazioni positive, di renderci felici, anche se magari ad uno sguardo superficiale e distratto non tutti se ne rendono conto.
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Purtroppo siamo troppo distratti dalle notifiche del telefono e dai troppi impegni che abbiamo ogni giorno…
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Si hai ragione e questo lo sa ancora di più chi non ha grandi possibilità ma hai notato che anche i più abbienti che professano questo credo poi vanno a far vacanza in luoghi d’élite e si circondano di cose costose?
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Non è facile essere coerenti 😦
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