“L’arte della semplicità” di Dominique Loreau

“Non è stato semplice imparare a vivere in maniera semplice!”

Questo è quanto ci svela Dominique Loreau – scrittrice francese residente da oltre 25 anni in Giappone – nelle prime pagine del suo libro “L’arte della semplicità”.

 

Vi ricordate? Vi avevo già parlato di questa autrice e dell’altro suo libro “Il piacere della frugalità” in un mio vecchio articolo intitolato “La spesa intelligente (secondo D.Loreau)”.

Nel libro “L’arte della semplicità”, l’autrice ci accompagna in un viaggio attraverso il minimalismo e l’ideale estetico Zen, che si denota per la sua elegante semplicità e per la sua efficacia senza sforzo.

Con le sue parole, ci guida nel nostro cammino verso una vita più semplice e minimalista, che ci farà guadagnare in termini di “fluidità, libertà, leggerezza ed anche raffinatezza”.

Affrontiamo questo cambiamento in maniera lenta, senza traumi, né strappi.

Liberiamo la nostra casa un oggetto alla volta, tenendo con noi solo ciò che è davvero utile e funzionale e solo ciò che amiamo veramente. Una volta che saremo circondati soltanto da ciò che ci fa stare bene, la nostra casa diventerà la nostra oasi di pace, da godere ed accudire con Amore e Rispetto.

In questo modo, saremo maggiormente spronate ed invogliate a tenerla pulita ed ordinata, al fine di proteggere il nostro tesoro più prezioso: noi e la nostra famiglia.

In una società in cui chi ostenta è vincente, l’autrice ci invita ad essere orgogliose della nostra semplicità, perché “nessuno potrà mai fare proprie tutte le conchiglie del mare, ma come sono belle quando sono poche”.

“Ripromettetevi di conservare solo ciò che amate veramente, perché il resto non ha senso. Non permettete alla mediocrità e al passato di invadere il vostro universo. Impegnatevi a possedere poco, ma quel poco sia il meglio.”

arte della semplicità

 

 

A piccoli passi

Oggi così, in questo periodo non mi va di aggiungere altro.

Una volta la nonna mi aveva dato un consiglio:

“Nei periodi difficili, vai avanti a piccoli passi.

Fai ciò che devi fare, ma poco alla volta.

Non pensare al futuro, nemmeno a quello che potrebbe accadere domani.

Lava i piatti. Togli la polvere. Scrivi una lettera. Fai una minestra.

Vedi?

Stai andando avanti passo dopo passo.

Fai un passo e fermati. Riposati.

Fatti i complimenti.

Fai un altro passo. Poi un altro.

Non te ne accorgerai, ma i tuoi passi diventeranno sempre più grandi.

E verrà il tempo in cui potrai pensare al futuro senza piangere.”

da “La stanza delle chiavi antiche” di Elena Mikhalkova

 

a piccoli passi

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10 cose belle che il coronavirus ci sta insegnando

La settimana scorsa è stata un po’ turbolenta con tutte queste notizie riguardanti il coronavirus…insomma, non si sa bene a chi credere!

Siccome farsi prendere dal panico non serve a nessuno, io e la mia famiglia ci siamo limitati a seguire il normale buonsenso: lavarsi le mani bene e per almeno 60 secondi, starnutire o tossire nel gomito, evitare i luoghi chiusi e affollati, ecc.

Oltre a questo, ho deciso di prendere il “bello” di quello che questa “brutta” influenza – e relativo panico che ha scatenato tra la gente – ha portato con sé:

  1. apprezzare ciò che abbiamo in casa, invece delle corse al saccheggio nei supermercati. Viviamo sempre nell’ansia di non avere abbastanza, ma se davvero dovessero chiudere i supermercati o non potessimo più uscire di casa, scopriremmo che potremmo vivere per giorni con quello che abbiamo in dispensa o in freezer;
  2. imparare a fare un minimo di auto-produzione (sapete farvi in casa il pane o la pasta?), a coltivare l’orto, o almeno a avere una piantina di pomodoro, di limoni o di aromi sul balcone e a utilizzare oggetti riutilizzabili e lavabili anziché usa e getta (così non bisogna continuare a uscire per comprarli);
  3. passare più tempo a contatto con la natura, oppure leggendo un libro, anziché trascorrere le ore in un centro commerciale affollato senza uno scopo preciso se non passare il tempo. La compagnia di se stessi è una delle migliori che abbiamo;
  4. renderci conto di quali sono le persone veramente importanti per noi, quelle per cui ci preoccupiamo, quelle a cui diciamo “copriti”, “lavati bene le mani”, “non stare in posti affollati”,…;
  5. aiutarsi a vicenda, che se io ho 2 pacchi di pasta e tu hai 2 bottiglie di passata, entrambi abbiamo la pasta al pomodoro da portare in tavola. Poi io posso uscire a fare la spesa per entrambi mentre tu fai da baby sitter ai miei figli;
  6. ricordarci che siamo esseri mortali e che la vita va apprezzata giorno dopo giorno. Non possiamo dare nulla per scontato. Il domani non è promesso a nessuno;
  7. imparare a portare rispetto per gli altri, anche solo con i piccoli gesti: coprirsi quando si tossisce, non andare in giro se si sta poco bene,…;
  8. non giudicare gli altri: ho sentito e letto di persone prese in giro perché portavano la mascherina in questi giorni. Ma che ne sappiamo? Magari tossivano e si sentivano più tranquille così, o magari il loro sistema immunitario non è forte e sano come il nostro e hanno bisogno di una protezione in più. Soprattutto, vivi e lascia vivere;
  9. riscoprire boschi (o campagne, o laghi, …) e passeggiate fuori casa: che se alcune zone sono considerate a rischio, ma che bisogno c’è di andare proprio lì??
  10. fare un po’ di sano detox dai social network, che in questo periodo ci stanno bombardando con informazioni finte, esagerate, inventate. C’è da uscirne matti!

 

Il ritorno alla semplicità e ai rapporti umani basati sull’affetto e sul rispetto possono fare la differenza!

Ps: ovviamente con questo non voglio sminuire i danni di chi ha già pagato o pagherà pesantemente le conseguenze di questo virus ❤️‍❤️‍

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Essere antifragili, ovvero amare il vento

Sapete qual è il contrario di fragile?

Verrebbe da dire forte o resiliente, ma non è così. Sono in realtà è una caratteristiche neutre.

Immaginiamo che il vento rappresenti gli imprevisti e le avversità della vita…ecco che allora:

  • fragile” è la candela che con una lieve brezza si spegne;
  • forte” è il sasso, che rimane immutato;
  • resiliente” è la canna di bambù, che si piega e poi torna come prima;
  • anti-fragileè il fuoco che con il vento si alimenta e diventa sempre più dirompente e inarrestabile.

Quindi sì, il contrario di fragile è antifragile, secondo quanto scrive Nassim Nicholas Taleb nel suo libro “Antifragile. Prosperare nel disordine.”

antifragile nassim Nicholas taleb

Come reagiamo noi davanti alle avversità della vita? Ci lasciamo abbattere? Oppure lo prendiamo come stimolo per crescere, migliorare e imparare qualcosa di nuovo?

Siamo fragili oppure antifragili?

Credo che questa sia proprio una bella nuova abitudine: imparare a essere antrifragile.

Abbiamo organizzato nel dettaglio tutta la nostra giornata e un imprevisto manda a monte i nostri piani? Lamentarsi, disperarsi o prendersela con il colpevole non servirà a nulla. Bisogna rimboccarsi le maniche e escogitare al volo una valida alternativa.

(Poi magari una chiacchierata con il responsabile – se c’è – la facciamo 😉)

Magari alla fine può rivelarsi addirittura un cambiamento in meglio 😉 Chi può saperlo?

Per questo dobbiamo amare il vento!

Il vento spegne la candela e alimenta il fuoco.

Lo stesso vale per il caso, l’incertezza e il caos: vogliamo usarli, non nasconderci da loro.

Vogliamo essere fuoco e desiderare il vento 🔥🔥

 

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Mindfulness (da “La mente svelata”)

In questo periodo non sto leggendo molto. Un po’ perché sono presa da tante altre cose e un po’ perché gli ultimi libri che ho letto mi hanno delusa e mi hanno fatto perdere l’entusiasmo 😅

Tuttavia, sento sempre il bisogno di imparare cose nuove, o quantomeno di approfondire quelle che so già.

Ho scoperto allora un buon compromesso: Netflix!

Conosciuto da tutti per i film e le serie televisive, io lo uso per i documentari. Posso ascoltarli mentre faccio i mestieri di casa, oppure mentre cucio o disegno!

Mi ha particolarmente fatto piacere la serie “La mente svelata”, in particolare la puntata dedicata alla Mindfulness. È un concetto che sta andando di moda in questo periodo e molti ne parlano. Tuttavia, ho l’impressione che in molti la scambino con il concetto di meditazione consapevole, mentre la mindfulness è qualcosa che va ben al di là. È un vero e proprio stile di vita!

Come quando leggo prendo appunti, anche per questa serie televisiva ho pensato di trascriverne la parte centrale, quella più interessante.

mindfulness

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La maggior parte delle religioni ha pratiche simili alla meditazione, come contemplare le scritture o delle preghiere rituali per avvicinarsi a Dio.

Tra le forme di meditazione più antiche ci sono quelle dell’Induismo.

Secondo la tradizione, verso il 500 a.C., Buddha studiò queste tecniche, ma aggiunse un suo tocco personale.

Sviluppò sistematicamente una nuova tecnica di meditazione chiamata

MEDITAZIONE SATIPATTHANA

Questa è la forma tradizionale di “meditazione consapevole”, uno dei passi dell’ottuplice sentiero verso l’illuminazione che Buddha insegnò ai suoi discepoli.

L’obiettivo non è avvicinarsi al divino, o liberare la mente, ma prestare attenzione.

SATI significa attenzione

UP significa dentro

THANA significa tenere

Satipatthana significa semplicemente “tenere l’attenzione dentro”.

Il più delle volte le persone non sanno cosa stanno facendo le loro menti. La nostra attenzione si sposta da una cosa all’altra e non siamo sempre consapevoli delle nostre azioni.

Reagiamo alle cose che capitano.

mindfulness

Una delle pratiche della consapevolezza è prestare attenzione a ciò che fa la nostra mente.

Per spiegare questa tecnica, Buddha raccontò una storia.

Un giorno la tartaruga e la volpe s’incontrarono nella foresta.

La volpe pensò “Mangerò bene oggi”.

E la tartaruga “Cielo. C’è la mia nemica. Provo a scappare? Non sono abbastanza veloce”.

E si rinchiuse nel suo guscio.

La volpe continuò a girare attorno alla tartaruga, ma finì per stancarsi di aspettare e se ne andò.

Quando percepite una volpe nella vostra vita, come stress, tensione, depressione, ansia, tristezza, preoccupazioni, dovreste fare come la tartaruga.

Ciò non significa fuggire dai problemi, ma osservare la propria reazione ai problemi invece che farsi coinvolgere, notare che quei sentimenti sono prodotti passeggeri della mente e che si può controllare la propria relazione con essi.

Potete fare amicizia con altre emozioni e con le situazioni difficili nella vostra vita.

Non dovete lottare. Non dovete arrendervi ai vostri problemi. Fateveli amici.

Potete applicare questa qualità a qualsiasi cosa.

Ogni cosa che facciamo, deve essere fatta con consapevolezza.

La meditazione consapevole è solo un modo di allenare questa abilità.

mindfulness

Durante la meditazione consapevole, nel giro di qualche secondo, la mente inizia a vagare. Quando la mente vaga, di solito viaggia nel tempo e ci fa rimuginare su rimpianti e paure. I buddisti la chiamano “mente scimmia”.

Se la vostra mente va in mille direzioni, siate consapevoli e gentilmente riportatela sempre al presente.

Potete domare la mente scimmia!

Notare le distrazioni, notare che la mente è smarrita è così importante perché è il momento del risveglio.

Gli esperti in meditazione, come tutti, non possono controllare ciò che accade nelle loro vite, ma hanno maggior controllo sulla loro reazione.

E ciò può essere uno strumento potente quando la tensione è alta.

citazione Hesse