Quante volte ci siamo dette “è impossibile” davanti a un sogno che ci piacerebbe realizzare?
Secondo
Se continuiamo a mandare al nostro cervello il messaggio “è impossibile”, lui si convincerà che il cambiamento è irrealizzabile.
Se invece pensiamo che il cambiamento è arduo, ma possibile, allora avremo la sua piena collaborazione.
L’autore ci invita a avvicinarci allo stagno delle nostre paure a poco a poco, immergendo prima le gambe, poi nuotando dove l’acqua è più bassa e solo alla fine tuffandosi dove l’acqua e profonda.
Solo quando saremo fiduciosi e ottimisti riguardo alla nostra capacità di risolvere i problemi che troveremo lungo il nostro cammino, l'”impossibile” diventa “possibile”.
In pratica, per ottenere questo cambio di mentalità, bisogna:
- individuare con chiarezza il tipo di cambiamento che vorremmo nella nostra vita;
- scoprire quali sono le paure che ci frenano;
- per ogni paura, capire come e quanto ci frena;
- trasformare l'”impossibile” in “difficile” (ma comunque possibile), attraverso domande del tipo: come posso aggirare questo ostacolo? come posso superare questa paura? se davvero mi succedesse di fallire, come posso rialzarmi?
- continuare a ripeterci che è difficile, ma non impossibile, in modo da far arrivare per il bene il messaggio al cervello;
- rifare questo esercizio con regolarità e frequenza, ad esempio una decina di minuti tutti i giorni.
È solo questione di prendere confidenza con le nostre paure insomma, fino a addomesticarle come con un animale selvatico.
“Il peso che sentiamo nella vita non è legato al carico effettivo dei problemi e delle nostre paure, quanto piuttosto all’attenzione che vi prestiamo.”