La bella addormentata nel bosco

la bella addormentata nel bosco

 

Mi piace leggere fiabe e storie ai miei figli, anche perché penso siano sempre fonte di apprendimento.

Leggo volentieri anche favolette più leggere, che non contengono morali, ma che ci permettono di trascorrere un po’ di tempo insieme divertendoci.

Tuttavia, se c’è una storia che proprio non sopporto è quella della bella addormentata nel bosco. Ogni volta che la leggo mi sembra di star insegnando ai miei figli che:

  • sono le fatine che ti regalano virtù quali bellezza, intelligenza, abilità nel canto o nel suonare uno strumento musicale;
  • se vedi un pericolo nel tuo futuro (come gli arcolai su cui potrebbe pungersi la protagonista) basterà dargli fuoco e non pensarci più;
  • quando il guaio è fatto, non occorre far nulla per tentare di uscirne fuori, tanto arriva il Principe Azzurro;
  • e vissero per sempre felici e contenti.

Per me invece funziona così:

  • ogni bambino ha la possibilità di diventare bello e bravo, basta solo mettersi d’impegno;
  • se un genitore vede un possibile pericolo futuro per i proprio figli, è giusto che se ne parli insieme e si trovi una soluzione (cioè – dico io – non era più semplice dire a Rosaspina “questo è un arcolaio. Studialo, giocaci, guarda come è fatto finché vuoi. Basta solo che non lo tocchi il giorno del tuo 16° compleanno”?);
  • è bello sapere di poter contare sull’aiuto di una persona speciale in caso di bisogno, ma è anche una grande soddisfazione sapere di avere la forza e la capacità di dare il proprio contributo;
  • non basta che lei sia bella e intelligente e lui bello e coraggioso per vivere felici giorno dopo giorno. Anche i rapporti sostenuti da Amore profondo vanno curati con dedizione.

Insomma, io non vorrei crescere figli che attendono “addormentati” che la vita si risolva da sola ^_^