Le case di una volta

A casa dei miei genitori c’è una vecchia “enciclopedia della donna“.

Ho sfogliato più volte questi volumi risalenti agli anni ’70 e ho trovato consigli di tutti i tipi in tema di economia domestica (pulizie di casa, galateo, cucina, rammendi, ecc.)

All’interno di una quindicina di tomi, però, non ho trovato alcun accenno al tema del disordine.

A quanto pare, 40 anni fa il problema non esisteva.

Probabilmente, nella maggior parte delle case italiane si trovava solo lo stretto indispensabile e non oggetti di ogni marca e fattura come adesso.

Stoviglie, biancheria, abiti, utensili e poco altro.

Ma come abbiamo fatto a ridurci così? In un mondo dove gli oggetti – anziché le persone e i valori – riempiono le nostre case e le nostre vite? 😓

 

 

4 pensieri riguardo “Le case di una volta

  1. Anni ’60: raccolta dei fascicoli settimanali da parte dei miei genitori, che hanno costituito “L’enciclopedia della fanciulla”, per me che ero una bambina. Una lettura costante, una fonte continua di suggerimenti, galateo, bon ton, varia cultura e tanto altro. E’ stata per me uno strumento di formazione. Oggi ci sono le blogger….
    Per quanto riguarda la quantità di oggetti che giravano in casa, sì, erano quelli indispensabili, e in quantità “singola”: l’rorologio, il televisore, il telefono, la radio, l’auto (per chi poteva). Quando qualcosa si rompeva, si riparava, le forbici si affilavano, come i coltelli, la lana che riempiva i materassi si faceva rilavorare periodicamente per rigenerarla… ma si viveva bene lo stesso, anzi! Un mondo perduto.

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