Meno, ma meglio

Questo è un post che scrivo di getto, dopo aver trascorso la giornata di ieri ai mercatini di Montebelluna per vendere i quaderni di Organizzatips.

Guardando la gente passare distratta, pensavo a tutte le cianfrusaglie che acquistiamo giorno dopo giorno nei grandi magazzini o nei negozi online, soltanto perché costano poco e perché ci vengono consegnate direttamente a casa.

Con questa scusa, con il fatto che si fa poca fatica e che si trova tutto facilmente, le nostre case si riempiono in maniera assurda di cose inutili.

Sarò all’antica, ma mi piacerebbe tornare indietro a quando i prodotti erano fatti a mano: era necessario mettere via un bel po’ di soldi per avere proprio quell’oggetto lì, che fosse una pentola, un paio di scarpe o una borsa.

Il tempo necessario per mettere il denaro da parte era anche tempo utile per meditare: mi serve davvero? Come devo sceglierlo in maniera che soddisfi tutti le mie esigenze? Possiede tutte le caratteristiche che mi servono? Vale la pena spendere tutti questi soldi per questo oggetto?

È vero, acquistando un prodotto creato a mano spendiamo di più, ma compriamo meno cose, più sensate, più ragionate, più utili, più belle. Acquistiamo prodotti che hanno un’anima e che portano con sé l’amore, la passione e l’esperienza di chi li ha creati.

Forse non siamo pronti, forse ci vuole una certa cultura per comprenderlo. È uno sforzo che richiede tempo e energia che ci mancano. Occorre il desiderio e la pazienza di stare a ascoltarsi per capire che cosa ci fa stare davvero bene. Occorre lo sforzo di capire bene le nostre necessità, di comprendere cosa c’è dietro il prodotto che andiamo a comprare e – soprattutto – stabilire se le 2 cose combaciano.

Se un giorno vedrete me e Francesca in qualche mercatino con i nostri quaderni, fermatevi a fare 2 chiacchiere con noi. Magari i quaderni di Organizzatips non vi serviranno, ma potrete ascoltare la nostra storia e raccontarci la vostra. E torneremo a casa tutti più ricchi.

 

 

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Le case di una volta

A casa dei miei genitori c’è una vecchia “enciclopedia della donna“.

Ho sfogliato più volte questi volumi risalenti agli anni ’70 e ho trovato consigli di tutti i tipi in tema di economia domestica (pulizie di casa, galateo, cucina, rammendi, ecc.)

All’interno di una quindicina di tomi, però, non ho trovato alcun accenno al tema del disordine.

A quanto pare, 40 anni fa il problema non esisteva.

Probabilmente, nella maggior parte delle case italiane si trovava solo lo stretto indispensabile e non oggetti di ogni marca e fattura come adesso.

Stoviglie, biancheria, abiti, utensili e poco altro.

Ma come abbiamo fatto a ridurci così? In un mondo dove gli oggetti – anziché le persone e i valori – riempiono le nostre case e le nostre vite? 😓

 

 

5 cose che ho imparato vivendo in furgone

C’è chi li chiama furgoni camperizzati, chi furgonati, chi van…insomma, sto parlando di quei furgoni allestiti in maniera da poterci cucinare e dormire.

Da pochi mesi ne abbiamo uno e lo stiamo usando per staccare la spina durante i fine settimana (almeno quando possiamo).

Queste esperienze in van mi stanno dando più di quanto mi aspettassi. Non solo mi permettono di viaggiare in libertà, ma mi insegnano anche:

  1. a scegliere l’indispensabile prima di partire: lo spazio a bordo è davvero limitato e bisogna dare priorità all’indispensabile. Anche i bambini hanno “diritto” ad una sola borsina di giochi da portare con sé: la scelta per loro è difficile, perché porterebbero tutto, ma un po’ alla volta stanno imparando;
  2. ad adattarmi a ogni situazione: per essere più liberi, partiamo sempre senza prenotare, ma ciò significa poi adattarsi a quello che si trova. Ma finché non andiamo incontro a situazioni che possano mettere a rischio la nostra incolumità, si può trovare il lato divertente e avventuroso di tutto;
  3. ad apprezzare ciò che do per scontato: ma volete mettere, dopo tot giorni per strada, tornare a casa e poter usare il proprio bagno?
  4. a stare tutti insieme: durante la settimana lavorativo ognuno è preso dalle proprie cose, dalla scuola, dal lavoro, dalle attività extra. Una volta sul furgone, si sta insieme 24 ore al giorno in pochi metri quadrati, condividendo la stessa avventura;
  5. che l’importante non è la meta, bensì il viaggio. E la strada è meglio se la si percorre lentamente ❤️‍

 

So che qualcuno di voi già mi segue sul mio profilo Instagram.

All’arrivo del furgone nelle nostre vite, ne ho creato un altro, per condividere alcuni momenti dei nostri viaggi. Se volete venire a curiosare, mi trovate su NuoveAbitudini in Van.

 

nuove abitudini in van

 

 

Il meno è più (lo dice anche la scienza)

Sto leggendo un libro, un po’ impegnativo, ma ricco di spunti di riflessione: “Pensieri lenti e veloci” di Daniel Kahneman.

Lui è uno psicologo che ha approfondito in particolare un argomento: come funziona la nostra mente quando operiamo una scelta.

Nel suo libro racconta l’esperimento fatto da un altro psicologo, che aveva messo in vendita (all’asta) 2 serie di figurine:

  1. la prima serie era composta da 10 figurine di grande valore
  2. la seconda serie era composta da 10 figurine di grande valore + 3 figurine di valore medio.

Vedendo le 2 opzioni una vicina all’altra, e potendo dunque fare una scelta razionale, a noi sembra ovvio che la seconda serie – anche se di poco – vale di più, giusto?

Invece, gli acquirenti dell’esperimento potevano vedere solo una serie o l’altra, senza poter fare un paragone.

Il risultato fu che i partecipanti alla ricerca erano disposti a pagare molto di più per la prima serie di figurine!!!

È un risultato paradossale.

Perché succede? Secondo gli psicologi è perché – davanti a un insieme che contiene più cose – la nostra mente fa la media e non la somma!! Quindi, le 3 figurine della seconda serie – avendo un valore mediocre – abbassano il valore dell’intera serie, nonostante siano in più.

Anche la psicologia conferma che il meno è più, quando quel “meno” è di qualità!

Vale anche per la nostra quotidianità: un armadio con 10 abiti che ci piacciono ci fa stare meglio di un armadio con gli stessi 10 abiti più tanti altri che per noi hanno poco valore.

E ora che abbiamo le prove scientifiche, non abbiamo più scuse 😉 .

Acquisti in stand-by

Come sapete, sto cercando di alleggerire la nostra casa non solo eliminando il superfluo, ma anche evitando acquisti inutili.

Negli ultimi anni ho notato che mi pentivo soprattutto di ciò che compravo sotto la spinta dell’impulso: oggetti in saldo, ninnoli dall’aspetto accattivante, gadgets che promettevano di cambiarti la vita in meglio.

Siccome vedo la completa astinenza da shopping come un po’ triste e dura da mantenere, ho deciso di autoimpormi almeno una piccola regoletta: quando in un negozio vedo qualcosa che mi piacerebbe acquistare non la prendo subito, ma mi riprometto di ritornare dopo 4-5 giorni.

La cosa buffa è che in questo lasso di tempo tutto l’interesse per l’oggetto in questione – nella maggior parte dei casi – sparisce. E così mi rendo conto di aver evitato un acquisto inutile. ^_^

Fino a qualche tempo fa non ce l’avrei fatta a applicare questa regoletta. Avrei avuto timore che tornando nel negozio dopo 5 giorni o più (dato che io non ho tempo di andare negozi ogni volta che voglio) non avrei più trovato l’oggetto del mio desiderio.

Ora invece, ho la consapevolezza che anche se decido che sì, quella cosa mi serve veramente, e anche se però nel frattempo è andata esaurita, io sopravvivo lo stesso felicemente.

Magari è destino che io trovi più avanti qualcosa di ancora più bello o ancora più utile, però intanto sto bene anche così! ^_^