Decluttering: a ciascuno il proprio ritmo

La Kondo nel suo libro “Il magico potere del riordino” suggerisce di sgomberare casa da ciò che è inutile in un’unica volta.

Secondo il metodo KonMari dobbiamo operare velocemente per subire una specie di shock tramite il raffronto prima/dopo.

Io ho apprezzato molte delle cose che la Kondo ha scritto, ma di sicuro non questa.

Non dico che questa teoria sia sbagliata in assoluto, ma non posso credere che sia adatta per chiunque.

Ad esempio non sarebbe andata bene per me.

Se io avessi dovuto pensare di sgomberare completamente la mia casa nel giro di poche settimane dedicandovi tutto il mio tempo e tutte le mie energie finché non avessi finito, probabilmente non avrei nemmeno iniziato. O forse avrei iniziato, ma mi sarei fermata esausta pochi giorni dopo.

Un compito così impegnativo spaventa, sia per la mole di tempo necessaria, sia per l’impegno mentale richiesto.

Io ho cominciato più di 2 anni fa a fare decluttering e ancora sento di non aver terminato. Ho bisogno di tempo per capire cosa mi è davvero necessario e cosa no. Inoltre, non voglio che diventi un’altra delle cose che “devo” fare: preferisco rimanga una cosa che “desidero” fare, quando ne ho tempo e voglia.

Periodicamente continuo a buttare, levando uno strato alla volta come quando si sbuccia una pannocchia.

Per me, lo scopo non è arrivare velocemente al traguardo, con il rischio di stancarsi già a metà strada. Per me, lo scopo è avere chiaro il proprio obiettivo e continuare a camminare, un piccolo passo dopo l’altro.

E voi? A che ritmo state procedendo? ^_^

Decluttering vs. minimalismo

 

Mi capita spesso di chiacchierare con altre persone a proposito di “decluttering” e mi rendo conto che ogni tanto viene erroneamente considerato come un sinonimo di “minimalismo”.

Ad esempio, qualcuno mi chiede “ma non hai paura di avere una casa vuota e fredda a forza di buttare, sgomberare e regalare?”.

No, il pericolo non c’è. Perché fare decluttering non significa necessariamente adottare uno stile di vita minimalista. Piuttosto, vuol dire liberarsi di ciò che non ci piace per potersi circondare soltanto di quegli oggetti che ci fanno stare bene.

Detto in altre parole: se ad esempio siamo amanti delle scarpe nulla ci vieta di tenerne in casa 25 paia! L’importante è che siano di nostro gusto e sistemate in maniera ordinata (non stipate in scatole irraggiungibili in soffitta).
Sta a ciascuno di noi trovare il giusto equilibrio per il numero di cose da possedere.

È facile come riempire un bicchiere d’acqua: se lo riempiamo troppo straborda, se lo lasciamo vuoto non ci disseta. Quindi ascoltiamo la nostra sete e valutiamo bene la quantità di acqua di cui abbiamo bisogno per stare bene! ^_^

Tra la casa “troppo piena” e la casa “troppo vuota” esiste una serie infinita di sfumature: sta ad ognuna di noi trovare il proprio equilibrio. Io ancora non ci sono riuscita – e quindi perseguito a ridurre – e voi?