Chi ha in mano il controllo?

Questa è un’altra cosa che ho imparato leggendo “Tecniche di resistenza interiore. Sopravvivere alle crisi con la resilienza di Pietro Trabucchi.

Secondo lo psicologo James Rotter, esistono 2 tipi di persone:

  • il primo tipo, ritiene che la propria vita sia determinata da fattori esterni, quali la fortuna, il caso, ecc.
  • il secondo tipo invece ritiene che gli eventi della propria vita dipendano da loro stessi, dal modo in cui agiscono, pensano e reagiscono.

La distinzione non è da poco:

  • chi appartiene al primo tipo, è convinto che tutto sia già scritto: rimarrà passivo e immobile nell’attesa che il suo destino si compia;
  • chi appartiene al secondo tipo è invece spinto a impegnarsi, perché sa che “farcela o non farcela” dipende dalla propria volontà e dal proprio impegno.

 

L’appartenenza a una categoria piuttosto che all’altra è determinata da questioni culturali e caratteriali, ma – con un po’ di determinazione – anche chi appartiene alla prima categoria può spostarsi poco alla volta nella seconda e riprendere in mano il controllo della propria vita 😊

 

 

Pensieri utili e soluzioni

 

Ognuno di noi ha degli obiettivi da raggiungere o dei sogni da realizzare.
Nel fare ciò, purtroppo, abbiamo un grande nemico: la nostra mente.
Essa ci porta pensieri quali “non ce la farò mai”, “è faticoso”, “non ne ho voglia”, “nessuno mi aiuta”.
E così, vorremmo una casa pulita e in ordine, vorremmo degli armadi ben organizzati e invece di darci da fare ci sediamo sul divano sconfitte.
Oggi, leggendo “Tecniche di resistenza interiore. Sopravvivere alle crisi con la resilienza” di Pietro Trabucchi ho scoperto che abbiamo un’arma. L’autore suggerisce infatti – per ciascuno di questi pensieri – di porsi la domanda: “mi è utile?”, “mi serve a qualcosa?”.
Ogni pensiero inutile (ad esempio “non ce la farò mai”) va semplicemente cancellato dalla propria testa.
Per altri pensieri invece, inutili se posti così come sono (ad esempio “nessuno mi aiuta”) si può cambiare la prospettiva, spostando la nostra attenzione dal problema alla soluzione.
Quindi non più “nessuno mi aiuta” (=pensiero inutile) bensì “dato che nessuno mi aiuta, cosa posso fare per farmi aiutare?” (=ricerca di una soluzione utile).

In questo modo lo possiamo rendere perfino divertente, come una sfida da vincere!!

Mi rendo conto che non è facile, perché si tratta davvero di essere in grado di governare la propria mente. Rimane il fatto che non ho nulla da perdere a provarci, quindi questo sarà il mio obiettivo per il 2018:

  • eliminare i pensieri inutili
  • spostare la mia attenzione dal problema alla soluzione.

Organizzati si nasce o si diventa?

Mi piace seguire Instagram.

Ci sono tutte queste immagini di case perfette, mamme perfette, donne perfette, famiglie perfette e bambini perfetti.

Ogni tanto mi demoralizzo. Penso a quanto mi piacerebbe essere così e al fatto che io non ci riuscirò mai, perché non ho questo dono.

È questo uno degli aspetti pericolosi dei social network (oltre al fatto di essere una grandissima fonte di distrazione): ci fanno credere che tutti coloro che mostrano belle immagini abbiano un talento innato, un dono piovuto dal cielo.

Perché noi vediamo ciò che gli altri decidono di condividere (solitamente una cosa bella), ma non vediamo tutto il lavoro che c’è stato dietro.

Secondo Pietro Trabucchi, autore di Tecniche di resistenza interiore. Sopravvivere alle crisi con la resilienza, la cultura digitale in cui viviamo sta portando infatti alla svalutazione dell’impegno personale quale mezzo per il raggiungimento degli obiettivi.

Come se chi mostra una bella casa in ordine sui social avesse talento e tutti gli altri no. E noi che stiamo a guardare perdiamo le speranze di diventare così.

Invece, dobbiamo tornare alla vita reale e renderci conto che se anche noi vogliamo una casa bella e in ordine ce la possiamo fare.

Sì, tutti possiamo diventare organizzati e ordinati. Non è necessario avere un talento innato. Ciò che occorre – parafrasando Trabucchi – è:

  • la capacità di non mollare e di tenere duro rimanendo motivati di fronte alle difficoltà
  • lo spirito di sacrificio
  • la capacità inesausta di rialzarsi
  • la capacità di riuscire a non smettere di sperare contro ogni evidenza.