Come organizzo i miei tesori

Non sono molto gli oggetti che conservo per il loro valore affettivo: per lo più sono i disegni dei bambini, qualche loro vestitino fatto dalle nonne appena erano nati, fotografie e qualche vecchio diario.

Quando si ha a che fare con questi tesori di famiglia, per me esistono 2 modi – completamente opposti, ma ugualmente validi – per organizzarli:

  • in bella vista, esposti sulle pareti o sui ripiani: ad esempio si possono appendere fotografie e disegni dei figli;
  • in una scatola riposta in fondo ad un armadio, per riscoprire periodicamente meraviglie ormai dimenticate.

Che si scelga un metodo oppure l’altro, in entrambi i casi, almeno una volta all’anno è necessario fare una bella pulizia, per togliere la polvere ed eliminare eventuali pezzi che non hanno più valore per noi. In questo modo, ci sarà spazio per nuovi ricordi e rimarrà con noi soltanto ciò a cui teniamo veramente.

 

 

Perché organizzare

Organizzo lo spazio di casa perché mi piace sapere dove si trova ogni cosa ed averla a portata di mano.

Organizzo i miei impegni perché voglio che mi rimanga del tempo libero per me.

Non si organizza un armadio o un cassetto per farci entrare più cose possibili.

Non si organizza l’agenda per farci stare più appuntamenti possibili.

L’organizzazione ha come scopo il nostro benessere attraverso il delicato equilibrio tra vuoto e pieno.

Valorizziamo gli oggetti che abbiamo deciso di tenere e gli impegni che ci siamo presi solo se sono circondati da una giusta dose di “vuoto”.

 

Organizzati si nasce o si diventa?

Mi piace seguire Instagram.

Ci sono tutte queste immagini di case perfette, mamme perfette, donne perfette, famiglie perfette e bambini perfetti.

Ogni tanto mi demoralizzo. Penso a quanto mi piacerebbe essere così e al fatto che io non ci riuscirò mai, perché non ho questo dono.

È questo uno degli aspetti pericolosi dei social network (oltre al fatto di essere una grandissima fonte di distrazione): ci fanno credere che tutti coloro che mostrano belle immagini abbiano un talento innato, un dono piovuto dal cielo.

Perché noi vediamo ciò che gli altri decidono di condividere (solitamente una cosa bella), ma non vediamo tutto il lavoro che c’è stato dietro.

Secondo Pietro Trabucchi, autore di Tecniche di resistenza interiore. Sopravvivere alle crisi con la resilienza, la cultura digitale in cui viviamo sta portando infatti alla svalutazione dell’impegno personale quale mezzo per il raggiungimento degli obiettivi.

Come se chi mostra una bella casa in ordine sui social avesse talento e tutti gli altri no. E noi che stiamo a guardare perdiamo le speranze di diventare così.

Invece, dobbiamo tornare alla vita reale e renderci conto che se anche noi vogliamo una casa bella e in ordine ce la possiamo fare.

Sì, tutti possiamo diventare organizzati e ordinati. Non è necessario avere un talento innato. Ciò che occorre – parafrasando Trabucchi – è:

  • la capacità di non mollare e di tenere duro rimanendo motivati di fronte alle difficoltà
  • lo spirito di sacrificio
  • la capacità inesausta di rialzarsi
  • la capacità di riuscire a non smettere di sperare contro ogni evidenza.

 

Diventare organizzati in 5 passaggi

Perché cambiare vita e diventare organizzati è così difficile? Perché ci sono vari passaggi da affrontare e troppo spesso ci si scoraggia prima di arrivare in fondo.

Fermiamoci un attimo a fare il punto della situazione e vediamoli insieme:

  1. capire i propri valori: è il nostro punto di partenza. Non si può avere tutto, quindi dobbiamo capire quali sono le cose (io direi massimo 3-4) più importanti per noi: una famiglia felice e unita? Una carriera brillante? Una casa sempre pulita e in ordine? Un fisico super-atletico? La possibilità di esprimere la propria creatività? Scoprire e imparare sempre cose nuove?
  2. eliminare il resto: una volta che abbiamo deciso quello che vogliamo, eliminiamo dalla nostra vita tutto ciò che non serve al vostro scopo. Parlo di oggetti, ma anche di impegni, abitudini e perfino di persone. Tutto ciò che non ci aiuta a raggiungere gli obiettivi che abbiamo scelto al punto 1, è di intralcio;
  3. organizzare ciò che è rimasto: tutto ciò che abbiamo deciso di tenere deve essere valorizzato. Deve essere sempre a nostra disposizione, comodo e pronto all’occorrenza e deve avere il giusto spazio che si merita;
  4. tenere in ordine: ora che ci sono rimasti meno oggetti sarà più facile tenere in ordine, rimettendo sempre a posto ciò che si è utilizzato. Le nostre giornate fileranno via lisce e incontreremo meno intoppi lungo il cammino. Facciamo ordine non solo tra gli oggetti, ma anche tra i nostri impegni: segnamoli sempre in agenda e dedichiamoci a un compito alla volta;
  5. tenere pulito: nessuna casa (o scrivania, o palestra, o tavolo del cucito, ecc.) potrà mai offrirci benessere e serenità se non è seguita con cura e amore. Quello che noi diamo alla nostra casa, la casa ci restituisce ❤️‍

 

Le feste improvvisate

Una cosa che amo del fatto di avere la casa “a posto” (ossia non necessariamente perfetta ma quanto meno decentemente in ordine e pulita) è il fatto di potermi permettere ospiti senza preavviso.

Mi spiego meglio: quando c’è un compleanno o una festa, il momento di piacere dato dallo stare insieme è accompagnato dallo stress dei preparativi, dall’ansia dell'”avrò dimenticato qualcosa?”.

Nelle cene improvvisate all’ultimo invece, le aspettative e le pretese di tutti sono basse (perfino le mie, che sono sempre la più esigente nei miei confronti). Ci si accontenta di quello che c’è in casa, si condivide e tutti sono consapevoli del fatto che l’occasione è nata solo per avere modo di stare insieme e non per gustare pasti da gourmet di 10 portate.

Tiri fuori una tovaglia pulita (ce l’hai perché non sei indietro col bucato), scongeli del ragù (preso dal freezer rifornito e organizzato), prepari al volo una pasta e sono tutti felici.

Senza lo stress da preparativi e senza la paranoia da “oddio la casa non è presentabile”, le feste improvvisate rimangono le mie preferite in assoluto.